Dati veri, dati falsi

Sara` che nel campo dove spendo buona parte delle mie risorse mentali siamo abituati a trattare stime e statistiche con attenzione, anche per ragionamenti spannometrici.
Sara` che poi, dopo il ragionamento spannometrico, dobbiamo porre un'attenzione spasmodica alla qualita` dei dati e al metodo con cui trattarli.
Sara` anche che quando leggo repubblica online assumo che ci siano scritte una cazzate e imprecisioni, se va bene.
Non so per quale di questi motivi, ma i numeri nell'articolo di oggi sulle morti bianche hanno attirato la mia attenzione.
L'articolo in questione spara un bel po' di cose, vediamo di ricostruirle.
Innanzi tutto cita la fonte (alleluja!):

Sono questi alcuni dei risultati resi noti nel secondo rapporto sulla ''Tutela e condizione delle vittime del lavoro tra leggi inapliccate e diritti negati'' presentato oggi dall'Anmil, Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Scateno google e trovo immediatamente il rapporto in questione, dal sito della fiom, qui in pdf (qui la notizia come riportata dalla fiom). O almeno penso sia lui, perche` in realta` s'intitola "Secondo rapporto ANMIL sulla tutela delle vittime del lavoro", ma la notizia riportata dalla fiom sembra esattamente la stessa di repubblica, ed inoltre google non trova altro di plausibile.
Bene bingo, per una volta posso verificare direttamente dalla loro fonte, anche se la citano col titolo un po' gonfiato.
Ok, veniamo alle affermazioni: si parla di "vittime sul lavoro in Europa".

Negli ultimi dieci anni, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2004, da noi il calo registrato è stato pari al 25,49 per cento mentre nella media europea la flessione è stata pari al 29,41 per cento.

Ok, questi sono numeri, precisi. Sul sito della fiom riportano piu` o meno lo stesso, approssimando a 25 e 30. Che sia vero?
Poi ancora:

La riduzione è stata ancora più accentuata in Germania, dove il numero di vittime si è quasi dimezzato (-48,3 per cento),

Ok, quindi Germania -49%.

in Spagna dove si è registrato un decremento del 33,64 per cento

E quindi Spagna -34%.
Sul sito della fiom la faccenda e` un po' piu` involuta:

Per cui se nel 1995 in Germania morivano 200 persone in più all’anno che in Italia, oggi, con una forza lavoro molto superiore alla nostra ne muoiono da 400 a 500 in meno all’anno.

Non dicendo quant'e` la forza lavoro tedesca e quella italiana i dati della fiom sono non paragonabili con quelli di repubblica, quindi non posso stabilire se hanno fatto i conti bene. Primo sospetto.
Per fortuna ho l'originale e quindi posso andare a controllare.
Bene, apro il pdf, 67 pagine ed inizio a scorrerlo. Sembra che parli piu` che altro di come funziona, funzionava e funzionera` la legislazione che riguarda gli infortunati sul lavoro. Lo scorro tutto e il dato su Europa, Germania e Spagna non l'ho trovato.
Devo essermelo perso, magari e` incastrato in un qualche paragrafo che non c'entra niente e non l'ho capito dall'incipit. Quindi passo alla ricerca brutale della parola "Germania". Niente. "Spagna". Niente. "Europa". Niente. "29,41". Niente. "29". Trovo pagina "29" e "dicembre 2006 n. 296".
Uh oh.
Il documento originale, il "Secondo rapporto ANMIL sulla tutela delle vittime del lavoro", NON RIPORTA i dati citati.
Andiamo bene. A questo punto pero` bisogna capire se almeno i dati citati sono veri.
Cosi` in circa 30 secondi di google scopro che esiste il sito Eurostat, Statistical Office of the European Communities. Sembra autorevole, no?
Il sito e` fatto da dio e contiene una valanga di dati, non rimane che cercare quello da cui i prodi giornalisti di repubblica hanno tirato fuori il dato. Non linko alle pagine perche` non sono statiche, hanno un sistemino che pesca dai loro db i dati come glieli chiedi. Diro` come mi sono mosso, cosi` vi potete divertire anche voi a casa.
Partiamo da "Public Health" in "Tables" (dalla pagina iniziale) e ci troviamo la voce "Serious accidents at work".
Potrebbe essere buona. Clicco e si apre una tabella.
I dati sono presentati in maniera diversa da quelli dell'articolo di repubblica: viene preso come 100% il dato del 1998 (quando disponibile, altrimenti il primo disponibile) e poi riportati gli altri, cosi` si vede il trend. Inoltre vanno dal 1994 al 2005.
Vediamo un po': Italia stava a 102% nel 1995 e nel 2004 al 75% che se non ho fatto i conti male (controllate!) significa che e` diminuito del 26.47%. Fara` piacere sapere che nel 2005 s'era al 71% rispetto al 1995, quindi in 10 anni abbiamo fatto il 30.39%.
Uhmm, non sembra quello di cui parla repubblica, ma andiamo avanti e guardiamo la Germania.
Nel '95 stavano al 106%, nel 2004 al 73% che fa un bel -31.13% (al 2005 -38.67%). Fanno meglio di noi, vero, ma non in maniera cosi` drammatica (25% contro 49%! il doppio).
La Spagna? Al 2004 rispetto al '95 fa ben lo 0%!! E al 2005 il 5%! Questo perche` pare che il numero di incidenti gravi sia aumentato fino al 2000, e da li in poi e` sceso (del 20% al 2005). Non mi sembra proprio in accordo con quanto dice repubblica.
Lasciamo perdere il dato europeo, che chiaramente cambia se consideri l'europa a 15 (l'unica che c'era nel 1995) a 25 o a 27 e i dati comunque non ci sono per tutti i paesi in tutti gli anni.
Pero` ad essere onesti si parla di morti, mentre questa statistica parla di incidenti seri (definiti come incidenti che danno luogo ad oltre 3 giorni di assenza dal lavoro, inclusivi di lavori oltre all'impiego principale, ma esclusivi di incidenti lungo il tragitto per il lavoro o malattie occupazionali note).
Andiamo a cercare i morti, che hanno meno senso di quanto quotato in precedenza (se muori o meno dipende dalla sfiga, se fai l'incidente dalla sicurezza), ma tant'e` che in italia si parla principalmente di questo.
Cosi` si torna alla pagina principale, si clicca su "Population and social conditions" sotto "Themes" a sinistra. Poi si sceglie "Tables" e poi "Health" sotto "Long-term indicators". Quindi si naviga l'albero scegliendo "Health"->"Health and safety at work"->"Fatal accidents at work". Bingo.
Questi dati sono chiaramente un po' ballerini (i numeri assoluti non sono alti), ma si vede che l'italia nel '94 aveva il 106% dei morti del '98, poi sono scesi fino al '97, al '98 si rialzano e poi scendono fortemente fino al 2002, e poi sono ballerini (un po' salgono un po' scendono) fino al 2005.
Comunque sia tra il '95 e il 2004 c'e` un bel -47.9%.
La germania invece piazza un bel -26.5% (ma al 2005 -39.7% .. i dati sono decisamente ballerini). Peggio di noi, e partiva da una situazione disastrosa nel '94 (136% dei morti rispetto al '98).
La spagna invece totalizza dal '95 al 2004 un bel -53.5% in calo stabile. Qui, a naso, i numeri assoluti erano un po' piu` alti.
Comunque sia (non quoto il dato europeo, per gli stessi motivi di prima) i dati sembrano essere decisamente contro quanto affermato da repubblica.
Comunque, visto che ci siamo facciamo filotto, fino ad ora si parlava di diminuizione, ma quanto e` grande il fenomeno?
Lo scopriamo sempre nello stesso albero, alla voce "Fatal accidents at work: incidence rate". Il dato non e` esattamente il numero totale dei morti sul lavoro, perche` sarebbe stato inutile per fare il confronto, dato che oltre che alla sfiga il rate di morte dipende anche dal lavoro che fai e la distribuzione della forza lavoro non e` omogenea nei vari stati. I dati sono quindi ribilanciati cercando di normalizzare la distribuzione della forza lavoro.
Lascio la sorpresa al lettore, anticipo solo che sono contento di non lavorare in Portogallo.

Update

Dopo tutto questo svolazzio di dati mi sono dimenticato una qualche conclusione.
Senza mezzi termini: giornalisti fate schifo al genere umano.
Chiunque abbia messo a giro la notizia falsa contenente dati a caso su quanto siano diminuiti i morti del lavoro in europa e per giunta CITANDO un documento che non li contiene meriterebbe di essere radiato dall'ordine. Istantaneamente. Appagherebbe il mio senso di giustizia anche radiare la schiera di incompetenti che ha fatto copia e incolla senza controllare NULLA di quanto scritto.
Non aiuta affatto alla soluzione del problema, grave e molto sentito dalla popolazione, diffondere notizie false e tendeziose.

Update2

Sto iniziando a capirci qualcosa. Pare che il rapporto anmil non c'entri molto, ma che in una qualche maniera nell'esposizione si citasse un rapporto inail.
Il rapporto inail cita i dati eurostat (gli stessi che cito io), ma ci aggiunge, alle morti sul lavoro, quelle per malattie occupazionali e incidenti stradali nel recarsi sul luogo di lavoro.
Mi fa una fatica immensa andare direttamente sui dati (si puo`, fantastico!) sul sito eurostat e modificare i loro criteri di selezione, per vedere se i dati inail sono realistici o comunque una minchiata.
Comunque sia la faccenda, seppure lievemente meno scandalosa (non che i giornalisti abbiano un'idea vaga di quello che stanno dicendo eh ..), e` particolarmente losca. Unire le malattie occupazionali, che sono evidentemente non legate alla sicurezza sul luogo del lavoro, ma al fatto stesso di lavorare in certi ambienti pericolosi, e gli incidenti stradali nel recarsi al luogo di lavoro, che sono evidentemente legati alla sicurezza stradale e basta, e` voler presentare i dati in maniera truffaldina.
Non perche` queste persone non siano morte, lo sono, comunque tu le conti, ma perche` significa che il problema non si risolve nella maniera proposta. Aumentare il livello di paranoia nei cantieri NON risolvera` gli incidenti stradali per arrivare al cantiere. Evitare gli straordinari NON evitera` gli avvelenamenti lenti.
Un problema vero viene presentato in maniera falsa per ottenere una soluzione non pertinente e quindi inefficace.
E potersi lamentare. Sulla pelle degli altri.