Quattro giorni- parte prima

Ricapitoliamo: lunedi` sono partito da chicago per new york, martedi` ho preso un bus cinese da new york a boston, mercoledi` sono stato a cambridge (che e` la stessa cosa di boston, per quanto ci riguarda), giovedi` sono partito da boston per chicago, via philadephia.
Diciamo che come programma e` stato un po' tirato, come un menu` di assaggi, ma che diamine, non avevo tempo piu` di questo e l'occasione non andava fatta sfuggire.
Ad accompagnarmi in questa tirata assurda il buon vecchio bernie, che non vedevo da dieci anni e ora fa il volontario per one laptop per child. In realta` bernie e` venuto qualche giorno prima a chicago, mentre avevo i turni, per vedersi un po' di fermilab e citta`, quindi ancora piu` tirata e` stata la faccenda.

Chicagoby Night

La citta` e` sempre la stessa, bellissima e lucente, ma ho approfittato della macchina fotografica nuova e della presenza di bernie per tornare a millennium park e in vetta all'hancock e fare qualche foto.

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dalla vetta dell'hancock, downtown sud

In retrospettiva, dopo aver visto New York, mi trovo a ribadire il fatto che Chicago e` una grande citta` mooolto diversa da grande mela. Il centro e` lindo e pulito, i giardini pullulano di opere cromate, scintillanti. Luci ovunque.
Un netto contrasto con il casino, il sudicio e le strade mezze rotte del centro (midtown-downtown) di New York.
Anche i quartieri del divertimento serale a Chicago sono relativamente tranquilli e ordinati.
Certo e` che la stazione di servizio nella cinta ovest della citta` (non un posto orrendamente brutto quindi!) e` stato forse il posto piu` brutto visto in tutto il viaggio. E brutto nel senso di "sembra pericoloso", anche a detta di bernie.
Pare che New York non raggiunga i livelli di delinquenza di Chicago, nonostante la fama.

New York- parte prima

Partiamo dal viaggio.
Andare a giro col computerino del one laptop per child e` come andare ai giardini con un cucciolo. La gente ti ferma e si mette a gridare "cariiiiiino", e il ghiaccio e` sciolto.
Quindi e` cosi` che abbiamo chiaccherato tutto il viaggio con una arzilla signora inglese, nata in barhein, vissuta a singapore, sposata con un americano dirigente di una grossa ditta di consulting e che ci ha raccontato un po' di storielle di una parte di gioventu` in kenya. Ah, che bello essere figli dell'impero :)
E` stata comunque molto critica del governo Bush.
Arrivamo alfine a New York, aeroporto La Guardia, e decidiamo (su forti pressioni di bernie) di prendere il bus pubblico e normalone a 2 dollari invece che lo shuttle fatto apposta per noi turisti borghesi.
La teoria di bernie e` che gli americani siano fondamentalmente dei fifoni, condizionati dai propri luoghi comuni, e che i posti che per loro sono tremendi e orribili sono magari posti normali, solo squallidi.
Sta di fatto che non eravamo gli unici bianchi appena scesi dall'aereo a prendere il bus, cosi` mi sono convinto, e ovviamente aveva ragione bernie. Il bus era pieno di gente vestita non benissimo, perlopiu` nera, e si e` attraversato una buona parte del Queens e poi di Harlem, che sono posti che non brillano certo per ordine e pulizia. Pericoli? Nessuno in vista.
L'autobus medio fiorentino, con vecchietti bestemmianti contro la minoranza di turno, studenti turbolenti e mamme preoccupate ha un aspetto decisamente peggiore. E magari e` pure piu` facile che qualcuno ti freghi il portafogli.
Gia` dall'autobus abbiamo iniziato a vedere una caratteristica di New York che tutti si aspettano, ma che fa impressione vedere dal vivo: e` una citta` multiculturale. Sul serio.
A Chicago downtown i bianchi fanno shopping, gli ispanici puliscono e i neri aprono le porte degli alberghi. Poche eccezioni alla regola. Nelle periferie il mondo cambia da bianco a nero, da cinese a ispanico, con una rapidita` e una nettezza disarmante.
A New York no, neppure ad Harlem dove effettivamente la maggioranza e` nera ci sono cosi` tanti neri. Ci sono tutte le altre sfumature di etnie, effettivamente mischiate, oserei dire armoniosamente. Anche se New York e "armonia" non stanno proprio bene nella stessa frase.
Alla fine prendere il bus e` stata una grande idea, anche perche` l'ostello (hostelling international) e` proprio sul lato sud di Harlem e lo shock culturale venendo col bussino borghese sarebbe stato tremendo. Attraversando tutto il Queens e la parte piu` popolare di Harlem lo riporta invece sul piano dove deve stare: un posto mica tanto brutto.
Subito prima di arrivare in ostello, giusto perche` l'autobus si fermava proprio li', siamo passati da St. John Divine.
Fa un po' impressione trovarsi in una cattedrale gotica (in costruzione, mezza incendiata) nel mezzo di New York.

st john divinest john divine

Fatta tappa all'ostello (decente, puzzo di piedi spaventoso, ma comprensibile essendo in una stanza da 12) siamo subito usciti.

Times square!

times square and midtowntimes square and midtown
times square and midtowntimes square and midtown

Persone, taxi, clacson, luci, colori.

Emozionante, non c'e` che dire.

E cosi` siamo arrivati a cena, ma per questo al prossimo post che altrimenti non finisco piu`.