Ebrei, liberta` e filetti di sgombro

Un filetto di sgombro affumicato era troppo poco, avevo ancora fame, ma due sono stati decisamente troppo e quindi mi ritrovo alle 5 e mezza del mattino a pensare invece che dormire.
Leggevo la solita repubblica e cosi` m'imbatto nell'ultimo sviluppo della faccenda della lista dei professori ebrei.
L'articolo e` un po' debole nel tentativo di ridicolizzare il negazionista Faurrison: da come la raccontano sembra un po' una vittima di censura (altro che ben16) e aggredire qualcuno per strada ha l'aria di essere l'espressione di uno di quei "poteri forti che attentano alla democrazia".
In compenso col blogger va dritto allo scopo: pubblica allegramente nome e cognome, luogo di residenze e per non sbagliare pure il lavoro del padre.
Cosi` tante volte il braccio violento della legge non riesca a cucire addosso al blogger un'accusa penalmente rilevante, l'uomo e` comunque sputtanato e condannato in pubblica piazza.
Inoltre, grazie al nuovo reato di odio, e` piuttosto probabile che si riesca a rovinargli la vita in termini di legge, quindi la condanna preventiva dei media sembra un po' eccesso di zelo, ma tant'e`.
E giustizia e` fatta.
Giustizia? Ma ne siamo realmente sicuri?
A me non pare proprio e per due ordini di problema.
Uno e` piuttosto ovvio e personale: non sono certo un fascista negazionista, quindi le leggi repressive di oggi non mi tangono, ma non e` che le mie idee siano esattamente mainstream, quindi che si possa disintegrare la vita di qualcuno in base soltanto all'espressione delle proprie convinzioni via blog mi mette i brividi. Aggiungici lo sgombro e si puo` capire che sia turbato.
Il secondo e` invece di carattere generale, sul come vadano affrontati in principio e pratica i problemi di discriminazione.
Viviamo in una societa` che cerca, o quantomeno dovrebbe cercare, di far vivere in armonia tutti gli individui che la compongono, nonostante le loro differenze.
Secondo me le differenze tra individui si possono suddividere approssimativamente in due classi: reali ed inventate.
Ad esempio i tratti dell'aspetto, come il colore dei capelli, degli occhi o della pelle, sono una differenza reale tra individui.
La nostra societa` ha deciso che nonostante le differenze di aspetto siano reali, l'individuo ha eguali diritti e doveri all'interno della societa` indipendentemente da quelle caratteristiche.
Fare quest'assunzione e` piuttosto facile e naturale: l'esperienza ci dice che le capacita` di ogni individuo sono scorrelate dal suo aspetto, e` quindi piuttosto naturale ignorarlo quando si tratta di stabilire le regole sociali.
L'uguaglianza e` artificiale, ma giustificata dall'esperienza e dalla necessita` di armonizzare la societa`.
Un'altra differenza reale e` quella tra maschi e femmine: gli uomini, cosi` come molte altre specie, hanno individui con caratteristiche distinte in ambito riproduttivo (il taglio non e` sempre cosi` netto, nemmeno da un punto strettamente biologico, ma in questo discorso poco cabia) e in tutto il resto l'organismo con vari gradi di differenza.
Qui la situazione e` piu` complicata, l'esperienza ci dice che la differenza tra maschi e femmine e` rilevante per le caratteristiche individuali d'interesse per la societa`: differente muscolatura, differente resistenza alla fatica, differenti ruoli nella riproduzione.
Nonostante questo la nostra societa` tenta di appianare artificialmente questa differenza, sempre allo scopo di vivere in maggiore armonia gli uni con gli altri, garantendo uguali diritti ed uguali doveri a maschi e femmine ed aggiungendo regole speciali laddove la reale differenza cozza con l'ideale uguaglianza (idealmente tutti gli individui hanno eguali opportunita` lavorative, ma non possono assentarsi mesi da lavoro senza perderlo, ma se non permetto alle femmine incinta di farlo, solo in quel caso speciale, non posso garantire uguali opportunita`, tanto per dire).
Se la classificazione maschi/femmine e` stretta, e probabilmente lo e`, si tratta di allentarla, aggiungere classi e ripetere l'esercizio, cosi` come se si vuole trattare qualsiasi altra differenza reale.
Il concetto e` sempre lo stesso: differenza reale, uguaglianza artificiale attraverso una base di regole comuni piu` regole speciali quando sono inevitabili. E` una faticaccia, cozza con l'intuito, ma in cambio si ottiene una societa` armoniosa e forse ne vale la pena.
Il discorso e` diverso quando la differenza invece che reale e` inventata.
Ad esempio, e non a caso, non si nasce ebrei. Si nasce maschi, coi capelli riccioli, la pelle scura e gli occhi verdi, ma non si puo` nascere ebrei.
Si puo` solo nascere con la mamma che crede di essere "ebrea" e le si puo` credere quando ti viene insegnato che se la mamma e` "ebrea" lo sei anche tu. Inoltre essere "ebrei" e` una cosa complicata, che spazia dalla religione alla tradizione, e non tutti coloro che credono di essere ebrei credono nelle medesime cose.
Per di piu` essere ebrei e` scorrelato dalle differenze reali: esistono maschi e femmine ebrei cosi` come bianchi e neri ebrei. E non solo, esistono anche individui che NON credono di essere ebrei, anch'essi indipendentemente da altre eventuali differenze.
Quindi credere di essere ebreo induce una differenza tra individui, inventata*1, ma non per questo meno importante.
E` cosi` importante che le persone che credono di essere ebree, nel corso dei secoli, hanno tenuto particolari comportamenti cosi` differenti da quelli che non credono di essere ebrei dal mostrare lievi differenze reali nel proprio codice genetico, simili a quelle tipiche di popolazioni isolate, nonostante non fossero isolati affatto.
Le differenze inventate, come ad esempio il credere di essere ebrei, sono quindi rilevanti per decidere le regole della societa` come quelle reali.
Con le differenze inventate esiste la tentazione di forzare le persone a credere tutti la stessa cosa, in modo da non porre il problema della differenza, ma la nostra societa` ha deciso che questo cozza con il desiderio di armoniosita`. Vogliamo quindi che la gente possa inventarsi quello che desidera.
Come trattare quindi le differenze inventate?
Il sistema che la nostra societa` mi pare abbia intrapreso e` quello di trattarle esattamente come le differenze reali: in principio puoi credere quello che vuoi i tuoi diritti e doveri non cambiano, poi si mettono regole speciali per ogni credenza che va per la maggiore in modo da appianare i conflitti.
Il problema e` che secondo me, nel caso delle differenze inventate, questo sistema e` del tutto sbagliato.
Le differenze inventate, essendo inventate, sono mutevoli nel tempo e nello spazio. Credere di essere ebreo oggi e` diverso da ieri e da domani, come lo e` rispetto al credere di essere ebreo di un'altro individuo. Inoltre io posso credere tante cose contemporaneamente: potrei credere di essere ebreo, di essere comunista e di essere tifoso della roma, nessun problema. E posso pure cambiare idea e da domani non credere piu` di essere comunista e tifare inter.
L'effetto che crea fare regole speciali per alcune credenze speciali e` che necessariamente si limita il range di credenze possibili o se ne privilegiano alcune, in una particolare forma, rispetto ad altre. Il risultato finale rispetto alla monocredenza e` una policredenza, ma comunque cozza con il desiderio di societa` libera ed armoniosa.
L'unica soluzione che mi viene in mente e` di cercare di mettere *solo* regole generali, che siano il piu` possibile indipendenti dalle credenze articolate e particolari, che siano universali e giustificabili con il minor numero possibile di ipotesi bislacche (tipo dio, tanto per dire).
Ovviamente non si differisce sostanzialmente nel risultato, se le regole generali non sono abbastanza generali sara` comunque limitante, ma nel metodo e col tempo nella qualita` finale del risultato.
Abbozzandola di astrarre, non sono del tutto scemo, e capisco il desiderio di inserire norme speciali per proteggere gli ebrei. Sessant'anni fa un bel po' di europei che non credevano di essere ebrei hanno deciso che era lecito ammassare un po' di gente e ucciderla col gas per il solo fatto che questa credeva di essere ebrea. Questo si vorrebbe evitare nella societa` dove viviamo adesso. Mi sembra un desiderio piu` che giustificato.
Il punto e` che basta rendersi conto che non e` sbagliato uccidere chi crede di essere ebreo, e` sbagliato uccidere. Nella nostra societa` non e` lecito ammassare gente ed ucciderla col gas, punto, per qualsivoglia motivo. Ecco la regola generale che protegge tutti gli interessi particolari.
Mi rendo conto che forse non e` esattamente questo il punto dietro alla violenza della reazione contro il blogger fascista.
La nostra societa` vuole, e ci riesce in larga parte, essere omogenea per diritti e doveri, ma non vuole, ed e` una scelta ben precisa, essere omogenea nei poteri.
Esistono lavoratori e datori di lavoro, lettori e editori, telespettatori e padroni di televisioni, ed e` evidente che se non ti viene dato lavoro perche` credi di essere ebreo la cosa sia tremendamente fastidiosa e contro i principi di armonia della societa` che si cerca di ottenere.
Questo problema e` assai piu` spinoso, dato che la regola generale e` inapplicabile (un datore di lavoro ha tutto il diritto di scegliere in base alle credenze del lavoratore, e` discriminazione ingiustificata ed odiosa quando queste sono irrilevanti per il lavoro da svolgere, ma come stabilirlo a priori?), ma credo che la soluzione di inserire norme speciali per situazioni speciali, come ad esempio i "reati d'odio" di cui il nostro blogger sara` probabilmente accusato, sia sbagliato per le ragioni esposte sopra.
Credo che solo l'educazione, col tempo, sia una risposta plausibile a questo tipo di discriminazione lecita.
...
Uff.
Quest'ultima parte del discorso non mi piace per niente. Mi sa che lo sgombro e` digerito e mi e` ritornato sonno.
La bottom line vuol'essere: meno regole speciali, piu` regole generali, armonia per tutti.
Ed un oracolo: la norma speciale che ti protegge oggi e` la stessa che ti condanna domani.

Nota per i commenti

Se a qualcuno andasse di commentare, sappia che per quanto mi riguarda la frase "ma la natura umana e` imprevedibile quindi" e i suoi derivati valgono come Hitler per la legge di Godwin e le conseguenze sulla qualita` della discussione.

*1:Quelli che credono di essere ebrei, cosi` come molti di quelli che credono di essere qualcosa in ambito religioso, pensano che esista un dio e che questo dio sia la giustificazione, reale, della loro credenza. Dio non esiste o comunque non avrebbe influenza sulla nostra societa` e quindi l'argomento ha ben poco valore.